Indice
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Introduzione: George Hoyningen-Huene, pioniere della fotografia di moda a Palazzo Reale, imperdibile per chi ama eleganza e stile senza tempo.
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Le muse di Hoyningen-Huene: forza, grazia e idealizzazione. Fotografia di matrimonio e moda: un connubio ispirato da George Hoyningen-Huene, pioniere della fotografia di moda
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Differenze di rappresentazione delle donne anni 20′ 30′ e le donne di oggi dai fotografi di moda.
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Editoriale iconico: “Divers” (1930)
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Come fu creata “Divers”- Hoyningen-Huene: fotografia di moda
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Il concetto di tempo sospeso nelle immagini di Hoyningen-Huene – Hoyningen-Huene: fotografia di moda
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L’uso della luce scultorea come linguaggio interiore nella creazione di un archetipo – Hoyningen-Huene: fotografia di moda
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L ’influenza della danza e della coreografia.
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La sua funzione di “ponte culturale” tra Europa e America.
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Contesto storico: la Parigi tra gli anni ’20 e ’30 un crocevia culturale
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Gli artisti e fotografi attivi intorno a Hoyningen-Huene
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Breve biografia di George Hoyningen-Huene
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Le radici russe nel suo stile
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Anticipatore dei movimenti LGBTQ+
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Perché il lavoro di Hoyningen-Huene ancora oggi ci parla: riflessioni da fotografa contemporanea
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Cosa possiamo imparare oggi dalle opere di Hoyningen-Huene: 10 lezioni senza tempo per ogni fotografo
1. Introduzione: George Hoyningen-Huene pioniere della fotografia di moda è protagonista di un evento imperdibile per gli appassionati di arte e moda: una mostra straordinaria per riscoprire il genio visivo che ha ridefinito l’estetica fotografica del XX secolo.
La mostra dedicata a George Hoyningen-Huene, maestro indiscusso della fotografia di moda degli anni ’30, presso Palazzo Reale.
Visitare la mostra è stato come entrare in un tempio sospeso tra sogno. Ogni fotografia sembrava respirare silenzio e armonia, un minimalismo con richiami ai classici greci, come se il tempo si fosse fermato nel preciso istante in cui lo sguardo dell’autore aveva deciso di comporre. In quell’alternanza di bianco e nero, ho trovato una bellezza senza tempo, fatta di eleganza minimale, rigore compositivo e poesia visiva.
2. Le muse di Hoyningen-Huene: forza, grazia e idealizzazione. Fotografia di matrimonio e moda: un connubio ispirato a George Hoyningen-Huene
Proseguendo tra le sale della mostra, ciò che più mi ha colpito è la perfezione nella rappresentazione delle sue muse, donne scolpite dalla luce, eteree ed eleganti, raccolte in una grazia composta, come statue congelate nel tempo. Le sue immagini non erano semplici fotografie di moda, ma vere e proprie rappresentazioni di ideali e fortemente di ispirazione per fotografie di moda ma anche matrimoni. Corpi trasformati in sculture, volti che sembrano emanare silenzio e presenza, espressione di equilibrio. Ogni dettaglio, un’ombra, una posa, un drappeggio ha contribuito a scolpire la loro figura con precisione quasi architettonica.
3.Differenze di rappresentazione delle donne anni 20′ 30′ e le donne di oggi dai fotografi di moda.
La rappresentazione delle donne nella fotografia di moda tra gli anni ’20–’30 e oggi ha subito un’evoluzione profonda, influenzata da cambiamenti culturali, sociali, politici e tecnologici. Ecco le principali differenze:
1. Ideale di femminilità e corpo
Anni ’20–’30:
Le donne venivano rappresentate in modo più sobrio e contenuto. Negli anni ’20 emerge la figura della flapper, una donna emancipata, con silhouette androgina, abiti dritti e corti, capelli a caschetto. La sensualità era più velata, giocata su mistero ed eleganza.
Negli anni ’30 torna una figura più femminile e sofisticata, con linee del corpo più valorizzate, ma sempre nei limiti della compostezza e glamour hollywoodiano.
Oggi:
La rappresentazione del corpo è molto più diversificata. Si alternano fisicità muscolari, curvy, androgine e non conformi al genere binario. C’è maggiore libertà nell’esprimere sensualità, ma anche consapevolezza critica verso gli stereotipi estetici. La fotografia di moda oggi gioca tra provocazione, realismo e arte.
2. Ruolo e narrazione
Anni ’20–’30:
La donna veniva spesso idealizzata come musa o figura decorativa. L’immagine femminile era legata alla grazia, all’eleganza, al sogno – raramente aveva un ruolo attivo o narrativo forte.
Oggi:
La donna è spesso protagonista della narrazione. Le fotografie raccontano storie di potere, vulnerabilità, libertà, sfida, identità. Le immagini possono essere politiche, emotive, ironiche. Si tende a dare voce e carattere, non solo bellezza.
3. Tecnica e stile fotografico
Anni ’20–’30:
Fotografia in bianco e nero, uso intenso del chiaroscuro, pose statiche, sguardo spesso distaccato. Fortemente influenzata dall’estetica del cinema muto e dell’art déco.
Oggi:
Estrema varietà: colori forti, editing digitale, fotografia spontanea e in movimento, influenze cinematografiche, documentaristiche, concettuali. Si sperimentano linguaggi ibridi tra arte, moda e attivismo.
4. Contesto sociale e impatto
Anni ’20–’30:
La moda era appannaggio dell’élite. Le immagini erano rivolte a un pubblico ristretto, con canoni omologati e fortemente eurocentrici.
Oggi:
La fotografia di moda parla a un pubblico globale e connesso. I canoni estetici si stanno decentrando: si vedono modelle di ogni etnia, età, orientamento e background. L’inclusività è diventata un valore (anche se non sempre sinceramente perseguito).
In sintesi:
La rappresentazione delle donne è passata da simbolo silenzioso di eleganza e desiderio a soggetto attivo, consapevole e plurale. L’immagine femminile oggi è molto più libera, stratificata, espressiva e – spesso – politica.
4. Apertura con uno scatto iconico: la serie “Divers” (1930) di George Hoyningen-Huene: fotografia di moda
Tra le immagini più celebri della sua carriera, è impossibile non partire da “Divers”, forse la sua fotografia più iconica. Due modelli posano come statue classiche, avvolti in una luce netta e geometrica. Un’immagine che unisce moda, arte, omaggio all’antico e immaginazione teatrale.
Realizzata con pochi mezzi ma con straordinaria inventiva, “Divers” nasce tra pale da ventilatore e luci a gas. Hoyningen-Huene costruisce un trampolino “in miniatura” e sistema un dipinto di orizzonte sul bordo della balaustra. Su quel “board” finto, due figure – un giovane in costume da bagno A J Izod e una donna, oggi ritenuta Lee Miller – siedono di lato, schiena alla camera, fissi verso un mare inesistente. L’immagine, pubblicata nel 1930 all’interno della rubrica “Modern Mariners Put Out to Sea” di Vogue, evoca la Costa Azzurra, pur essendo stata realizzata a pochi metri dall’animata avenue des Champs-Élysées: un inganno scenografico che trasformò per sempre la fotografia di moda.
5. La luce di “Divers”: come è stata creata – Hoyningen-Huene: fotografia di moda
Entrando nel cuore della sua poetica visiva, è fondamentale comprendere come fu costruita la luce di “Divers”. La magia di questa immagine, infatti, non risiede solo nello stile ma anche nella sua raffinata maestria tecnica.
Sospesi in un silenzio irreale, due corpi scolpiti dalla luce osservano l’orizzonte immobile. Non siamo su una scogliera greca, ma sul tetto dello studio di Vogue a Parigi. È il 1930. Hoyningen-Huene ha appena trasformato il cemento in Mediterraneo.
Ecco gli elementi chiave:
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Luce naturale: scattata sul tetto dello studio Vogue, sfrutta la luce del tardo pomeriggio, radente e diffusa, ideale per scolpire i corpi.
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Riflettori e pannelli bianchi: usati per modellare la luce anche all’aperto, controllare le ombre e “aprire” i tratti del viso.
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Composizione classica: l’uso del “negative space” (zone d’ombra o vuote) esalta le pose come fossero rilievi su marmo.
Il risultato? Un’immagine fuori dal tempo. Altri concetti fondamentali sono esplicitate nelle sue immagini e cercherò di analizzarle elencandole di seguito:
6. Il concetto di tempo sospeso nelle sue immagini – Hoyningen-Huene: fotografia di moda
10. Contesto storico: la Parigi tra gli anni ’20 e ’30 un crocevia culturale
Parigi, tra gli anni ’20 e ’30, era la capitale culturale d’Europa: un melting pot esplosivo di avanguardie artistiche, intellettuali e mondanità,un universo artistico in ebollizione.
Un periodo di ottimismo, lusso, jazz, emancipazione femminile. Si affermano i “Roaring Twenties”
La fotografia di moda si trasforma: da semplice documento dell’abito diventa arte visiva, con regia e messaggio. Il classicismo torna in auge come linguaggio moderno, in contrasto con l’espressionismo e il futurismo.
Nella moda si afferma la figura della modella “divina”: algida, scultorea, distante dalla donna decorativa della Belle Époque.
Mentre le strade risuonavano di jazz e conversazioni in mille lingue, nei salotti bohémien si discuteva di arte, fotografia, moda e cinema.
Per Hoyningen-Huene, questo era il contesto perfetto: un melting pot di idee e sperimentazioni in cui il confine tra arte commerciale e arte pura si faceva sempre più sottile. Non a caso, la sua estetica si nutre di questa osmosi:
nelle sue fotografie convivono il rigore della classicità e l’innovazione delle avanguardie, l’eleganza della moda parigina e l’influenza del cinema espressionista tedesco.
Alcuni link di approfondimento:
Vogue Archives – Anni ‘30
archivio Vogue degli anni ’30
11. Gli artisti e fotografi attivi intorno a Hoyningen-Huene
Per meglio contestualizzare la sua opera, è utile uno sguardo agli artisti e fotografi con cui Hoyningen-Huene condivise il panorama culturale.
Pittori / Scultori / Designer
Jean Cocteau – artista simbolista, autore teatrale e regista, amico di Huene.
Tamara de Lempicka – pittrice Art Déco, tra glamour e modernismo.
Le Corbusier – razionalismo architettonico che dialoga con la composizione fotografica.
Man Ray che con il suo surrealismo visionario reinterpretava il corpo femminile come oggetto onirico, con sperimentazione e solarizzazioni.
Fotografi
Baron Adolph de Meyer – primo fotografo ufficiale di Vogue, tra i suoi mentori.
Cecil Beaton – raffinato, teatrale, passerà da Vogue UK a Hollywood.
Edward Steichen – pioniere della fotografia di moda artistica, passando dalla pittura alla fotografia di moda, elevandola a forma d’arte.
Horst P. Horst – assistente e compagno di Hoyningen-Huene, ne erediterà lo stile con maggior sensualità.
Lee Miller, che fu modella, fotografa e musa – e che collaborò a stretto contatto con Hoyningen-Huene.
In questo panorama, la sua voce di Hoyningen-Huene si distingue per eleganza e pulizia: mentre altri sperimentavano distorsioni o giochi ottici, lui puntava su una bellezza essenziale, armonica, quasi “platonica”.
Una fotografia che non gridava, ma sussurrava. E per questo, incantava.
12. Breve biografia di George Hoyningen-Huene
Ma chi era davvero George Hoyningen-Huene?
Nato a San Pietroburgo nel 1900 da una famiglia dell’aristocrazia russo-tedesca, fuggì in Europa dopo la Rivoluzione d’Ottobre. Dopo un passaggio a Londra, si stabilì a Parigi, dove lavorò come disegnatore di moda per Lucien Lelong e successivamente entrò nella redazione di Vogue France, diventando ben presto uno dei suoi fotografi principali. Nonostante il successo, non amava la mondanità: preferiva la luce del suo studio, la precisione del lavoro tecnico, il silenzio che precede ogni scatto.
In seguito, si trasferì negli Stati Uniti, collaborò con Harper’s Bazaar, divenne direttore della fotografia per la MGM a Hollywood e lavorò con personalità come Salvador Dalí, Greta Garbo e Katharine Hepburn.
Morì a Los Angeles nel 1968, lasciando dietro di sé un archivio straordinario, oggi rivalutato con crescente attenzione.
Materiale per approfondire le opere di Hoyningen – Huene
The MET – Opere di Hoyningen-Huene nella collezione
🔗 https://www.metmuseum.org/art/collection/search#!?q=George%20Hoyningen-Huene
opere nella collezione del MET
Biografia ufficiale su ArtNet
🔗 https://www.artnet.com/artists/george-hoyningen-huene/
13. Le radici russe nel suo stile
Non si può parlare di Hoyningen-Huene senza accennare alle sue origini russe. Cresciuto in un ambiente aristocratico e colto, ebbe accesso fin da giovane alla grande pittura europea, al balletto classico, all’arte greca e romana.
Tutti elementi che si riflettono nella sua estetica: la compostezza delle figure, il gusto per la simmetria, la ricerca dell’equilibrio tra forza e delicatezza. Inoltre, la sua sensibilità visiva sembra essere influenzata dall’arte ortodossa, con le sue icone statiche, ieratiche, simboliche. In un certo senso, ogni sua fotografia è come una reliquia visiva, un’icona contemporanea che parla di spiritualità, silenzio e contemplazione.
14. Anticipatore dei movimenti LGBTQ+
Va anche sottolineato un altro aspetto rivoluzionario: la visione fluida e non conformista della sessualità nei suoi scatti. Huene era omosessuale in un’epoca in cui ciò non era accettato pubblicamente, e questo influenza il suo modo di rappresentare il corpo, soprattutto maschile, ma anche quello femminile, Hoyningen-Huene esplorò spesso il corpo maschile con uno sguardo diverso, lontano dallo sguardo dominante eteronormativo dell’epoca. Nel mostrare uomini nudi o seminudi, non li oggettificava, ma li celebrava.
Il suo sguardo non era predatorio, ma contemplativo. Affettuoso. La donna non è mai oggetto erotico per l’uomo, ma forma, stile, armonia. Le sue modelle non sembrano sedurre l’obiettivo: non cercano lo sguardo maschile, lo dominano con la loro compostezza. In questo, fu un precursore: aprì uno spazio per una nuova mascolinità, sensibile e libera da stereotipi.
15. Perché il lavoro di Hoyningen-Huene ancora oggi ci parla: riflessioni da fotografa contemporanea
Perchè il suo sguardo è attuale e potente? Le sue immagini ci parlano di essenzialità, di equilibrio, di eleganza e minimalismo ma soprattutto, ci parlano di donne che incarnano emancipazione e presenza. Hoyningen-Huene, dunque, non è solo un grande maestro del passato ma è una guida per chi cerca bellezza, armonia e profondità nel proprio lavoro fotografico. Analizzando ulteriormente il lavoro di fotografi contempornei ed il lavoro di Hoyningen-Huene sono palesemente presenti spiccate differenze che elencherò di seguito e che sottolineano l’evoluzione della scrittura fotografica non solo nella relazione con il cliente, nella narrazione, nei tagli, nei colori ma anche nel ruolo sociale e culturale.
Il fotografo di ieri e quello di oggi
1.Ieri:
Il fotografo lavorava con attrezzature analogiche, pellicole, camere oscure. Ogni scatto era prezioso, pensato, studiato. La tecnica era parte integrante del mestiere e richiedeva tempo, precisione e competenza manuale.
Oggi:
Lavoriamo in digitale, con possibilità infinite di scatto, correzione e post-produzione. Il fotografo oggi è spesso anche editor, colorist, e storyteller multimediale. L’accesso facile alla tecnologia ha abbassato la soglia tecnica d’ingresso, ma richiede più consapevolezza autoriale per distinguersi.
2. Intenzione e ritmo
Ieri:
Il fotografo era lento, contemplativo. Doveva prevedere il risultato prima ancora di scattare. C’era una ritualità nel processo: preparazione, scatto, sviluppo, stampa. Ogni immagine era frutto di attesa e dedizione.
Oggi:
Il fotografo vive nel tempo reale. La velocità è spesso richiesta: scatti immediati, editing in tempo reale, pubblicazione istantanea. Ma proprio per questo, oggi serve disciplina mentale per non farsi travolgere dal ritmo e restare lucidi nel proprio linguaggio visivo.
3. Ruolo sociale e culturale
Ieri:
Era un artigiano dell’immagine, spesso legato a élite culturali o riviste prestigiose. Le sue immagini erano destinate a circoli ristretti, a volte iconiche, ma difficilmente virali. Il fotografo aveva un’aura quasi “sacra”.
Oggi:
È anche imprenditore, curatore del proprio brand, social media strategist. Le sue foto vivono in un sistema visivo globale, connesso e saturo. Deve sapersi raccontare tanto quanto saper fotografare.
4. Relazione con il soggetto
Ieri:
Il fotografo era spesso autoritario, osservatore esterno. Il soggetto era un corpo da immortalare, non sempre ascoltato. Il rapporto era più formale, distaccato.
Oggi:
Il fotografo è più empatico, dialogante. Il soggetto è spesso co-creatore dell’immagine. In particolare nella moda e nel ritratto, si cerca autenticità, verità emotiva, identità. C’è un’attenzione maggiore all’ascolto e alla rappresentazione etica.
5. Orizzonte culturale e inclusività
Ieri:
L’estetica era dominata da uno sguardo maschile, occidentale, elitario. I canoni erano rigidi e omogenei.
Oggi:
La fotografia si apre a nuovi sguardi: femminili, queer, BIPOC, non conformi. Cambia chi fotografa, chi è fotografato e soprattutto come viene raccontato. È un momento di rivoluzione visiva.
In sintesi:
Aspetto | Fotografo di ieri | Fotografo di oggi |
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Tecnica | Lenta, artigianale, precisa | Rapida, digitale, multiforme |
Processo | Riflessivo, sequenziale | Istantaneo, fluido |
Ruolo | Artigiano o artista | Creativo multitasking, brand di sé |
Sguardo | Distaccato, idealizzante | Empatico, partecipativo |
Canoni | Omologati, classici | Inclusivi, sfidanti, plurali |
16. Cosa possiamo imparare oggi dalle opere di Hoyningen-Huene: 10 lezioni senza tempo per ogni fotografo
Dopo aver attraversato la mostra e aver osservato le sue immagini con lo sguardo attento di chi vive di fotografia, ho raccolto 10 insegnamenti senza tempo che ogni fotografo può trarre dal suo lavoro:
La luce è architettura.
Non illuminare, scolpisci.
Ogni posa è una scultura.
Cura la postura come se stessi modellando marmo.
Sottrai, non aggiungere.
Il superfluo disturba la forma.
Usa il vuoto come forma.
Il negativo è parte della composizione.
Non fotografare la moda.
Fotografa un’idea.
Ama la lentezza.
Aspetta il momento esatto in cui tutto si allinea.
Evita il rumore.
Ogni dettaglio visivo deve servire all’armonia.
Tratta il soggetto con rispetto.
Che sia un volto o un corpo, non usarlo: onoralo.
Cerca il non temporale, l’eterno.
Il presente è già passato. L’eternità, invece, resta.
Fai parlare il silenzio.
Il vero incanto è nella pausa tra un click e l’altro.
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